IL GIOCO ESISTE – JUMANJI

07 - Pedine

1995. Ero solo un undicenne che cercava di evadere il proprio piccolo spazio personale con la fantasia, cercando di fuggire in mondi paralleli, fantastici e realistici. A darmi il massimo delle idee fu un film dai temi forti ma allo stesso tempo divertente e irriverente … Uno di quei film che visto ora vorresti solamente vivere … Di Lui ne ho parlato a bizzeffe, ma farlo qui per la prima volta non ha eguali e, credetemi, non potete assolutamente immaginare cosa sto provando mentre scrivo tutto ciò.

Lui è Alan Parrish interpretato (io più che altro direi vissuto) da Robin Williams (1951-2014), un 12enne figlio di un ricco industriale (interpretato da Jonathan Hyde) dedito alla realizzazione di scarpe. Ed è propio vicino la fabbrica di scarpe che al rullo di tamburi ritrova in uno scavo edile la cassa contenente il famoso gioco, che 100 anni prima era stata sepolta. Alan è spesso preso di mira da dei bulletti di quartiere e all’ennesimo ritorno a casa (pisto, tumefatto) trova ad aspettarlo una sua amichetta del quale il nostro protagonista è attratto. Il “mini-Robin” mostra il ritrovato a Sarah/Bonnie Hunt con la quale decide di giocare.

La scatola è aperta e la magia ha inizio:

“Jumanji: un gioco che sa trasportar, chi questo mondo vuol lasciar. Tira i dadi per muovere la pedina, i numeri doppi giocano due volte e il primo che arriva alla fine vince”.

Il primo lancio di dadi è di Sarah. Dal camino si sentono dei rumori, pipistrelli. Ma i veri problemi avvengono con il secondo ma casuale lancio di dadi di Alan che viene inghiottito dal gioco, nel quale rimarrà per 26 anni. Sarah non riesce ad aiutarlo perché, spaventata, fugge inseguita dai pipistrelli che l’attaccano, senza eseguire altri tiri. Alan rimane così intrappolato nella giungla, perché era apparso:

“Nella giungla dovrai stare, finché un 5 o un 8 non compare”

26 anni dopo, nel 1995 appunto, la magnifica villa dei Parrish è oramai andata in malora poiché disabitata da qualche anno. Un giorno però la raffinata Nora Shepherd decide di acquistare la casa e di vivere lì insieme ai suoi due nipoti di Peter/Bradley Pierce e Judy/Kirsten Dunst , orfani di entrambi i genitori per un incidente d’auto. La curiosità dei ragazzi, si sa, è molto grande e i due trovano il gioco in soffitta, guidati, anch’essi, dal suono dei tamburi. Peter e Judy iniziano così a giocare a Jumanji, inserendosi quindi nella partita (mai finita) di Alan e Sarah e scoprendo anch’essi le caratteristiche che avevano spaventato i precedenti giocatori.

Sicuramente avrete visto e rivisto il film e per questo motivo non andrò oltre con il racconto, per lo stesso motivo esorto i più giovani a vederlo qualora non l’avessero ancora fatto. Un capolavoro di fantasia e attualità che insieme portano ad unire natura ed industria con i propri pro e i propri contro. Ma non è di questo che ora voglio parlare.

Jumanji, il gioco ora è realtà. Oltre ai 3 originali, costruiti proprio per il film, dove uno è esposto in una mostra cinematografica, uno è tra gli scaffali in bella mostra di qualche amante di cimeli e uno messo in vendita all’asta a “soli” 60.000 € su E-Bay (noto sito e-commerce), ne sono stati costruiti alcuni in serie e messi in vendita su Etsy da Steam Sailor. Questi è specializzato nella produzione di accurate repliche, fra le quali figura la splendida riproposizione del gioco da tavolo che dà il nome alla pellicola di Joe Johnston. Il gioco è creato con legno di vero pino, colata di resina e vernice, magneti ma a fare la differenza sarà la fantasia del giocatore/giocatori. La fedeltà delle riproduzioni è sconvolgente. Ma tanta perizia e soprattutto tanta abilità artigiana ha, purtroppo, un prezzo decisamente più elevato rispetto a quello dei classici “giochi da tavola”, il set completo, infatti, costa quasi 1.200 €.

Quindi, a meno che non siate risucchiati in un mondo parallelo o costretti a sfuggire da scimmie urlanti che sanno guidare auto della polizia o zanzare killer o ad evitare pallottole di cacciatori semi umani, TIRATE I DADI e soprattutto FINITE IL GIOCO.

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